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C h I h U a H u A - LUSSAZIONE DELLA ROTULA
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Osservata di frequente nelle razze nane, la lussazione mediale della rotula farebbe parte delle 5 affezioni ereditarie più comuni nel cane; tuttavia, il suo meccanismo di trasmissione non è ancora stabilito con sicurezza.
La lussazione mediale della rotula è considerata nel cane una delle anomalie più frequenti della grassella; è più spesso di origine congenita che non traumatica, ma esistono pochi lavori sperimentali che permettono di precisare i fattori in causa e la patogenesi di questa lussazione. La conoscenza della sua fisiopatologia si basa essenzialmente sulle ricerche effettuate nell’uomo e negli animali da laboratorio, con tutti i rischi associati all’estrapolazione da una specie a un’altra.
DEFINIZIONE
La lussazione mediale della rotula (LMR) è un’affezione, riscontrata nel cane, che si traduce con una posizione anormale della rotula che è in posizione mediale, fuori dalla troclea. La lussazione può essere intermittente o permanente, riducibile o meno, a seconda del grado di gravità.
EPIDEMIOLOGIA RAZZE
La LMR è molto frequente nei cani appartenenti a razze di piccola taglia: Barbone, Yorkshire terrier, Chihuahua, Pechinese, Pinscher.
Anche alcune razze di taglia media (Epagneul breton) possono essere colpite da LMR: si osserva che il 90% degli animali colpiti pesa meno di 15 kg.
CARATTERE GENETICO
I sintomi della LMR compaiono molto precocemente; possono essere assenti alla nascita, ma le cause anatomiche e funzionali responsabili sono già presenti: la LMR è quindi considerata “congenita”. Inoltre, l’elevata frequenza della LMR riscontrata in alcune razze fa sì che questa affezione venga considerata “ereditaria”: farebbe parte delle 5 affezioni ereditarie più importanti del cane. Il meccanismo di trasmissione ereditario sarebbe di tipo autosomico recessivo o poligenico. Dato che lo studio mostra un rischio maggiore per le femmine, sono state formulate diverse ipotesi: un fattore ormonale, un carattere legato al cromosoma X o, meno verosimilmente, a un solo gene dominante legato al cromosoma X.
STUDIO CLINICO
I segni clinici hanno un’intensità variabile a seconda della gravità della lussazione e del suo carattere mono- o bilaterale.
Gli animali debolmente colpiti camminano con gli arti posteriori leggermente piegati, dato che questa flessione si aggrava con la gravità della lussazione.
La rotula può trovarsi nella sua posizione anatomica, dato che raramente la lussazione avviene con una riduzione spontanea al momento dell’estensione; può anche essere lussata in permanenza, con possibilità o meno di riduzione, a seconda della gravità del caso.
Le lesioni legamentose hanno un’intensità variabile e interessano sia le strutture muscolo-capsulolegamentose dell’apparato estensore e della grassella, sia l’estremità distale del femore e l’estremità prossimale della tibia.
L’intensità variabile di queste lesioni porta a classificare le LMR in 4 gradi di gravità crescente. Fra gli animali colpiti da LMR, si riscontrano 3 tipi di pazienti:
- i neonati e i cuccioli, che hanno un’andatura anormale da quando cominciano a camminare; presentano lesioni di grado III e IV;
- i giovani adulti, colpiti da una lussazione di grado II o III, che manifestano zoppie intermittenti e che sono portati alla visita dato che le zoppie si aggravano;
- gli animali più vecchi, con una lussazione di grado I o II, la cui zoppia, di comparsa improvvisa, è dovuta a un danno a carico di altre strutture articolari (legato al cattivo funzionamento articolare) o all’aggravamento di un dolore di un processo artrosico.
DIAGNOSI CLINICA
La ricerca di una LMR si effettua esaminando l’articolazione della grassella in estensione.
Nei gradi I e II, se la rotula è al suo posto si ottiene la sua lussazione esercitando una pressione lateromediale; la riduzione si ottiene quando si mette l’articolazione in estensione, associando, se necessario, una leggera rotazione esterna della tibia.
In caso di LMR di grado III o IV, la rotula lussata si reperisce mediante palpazione medialmente alla troclea. in questo caso, la riduzione, quando è possibile, è seguita rapidamente da una nuova lussazione.
ESAME RADIOGRAFICO
Pur non essendo indispensabile per formulare una diagnosi, l’esame radiografico permette di valutare l’importanza delle deformazioni ossee e l’intensità delle eventuali lesioni degenerative: a questo scopo sono sufficienti due lastre, una con un’incidenza caudo-craniale, l’altra con un’incidenza medio-laterale. La visione tangenziale del femore distale, difficile da effettuare, non è necessaria per valutare la profondità della troclea, che può essere giudicata attraverso la cute, con la rotula lussata, durante l’esame clinico, e, in modo più preciso, dopo apertura dell’articolazione.
TRATTAMENTO
La natura del trattamento da effettuare è definita dai seguenti elementi:
1) lussazione intermittente o permanente, riducibile o non riducibile;
2) riduzione stabile o lussazione incoercibile;
3) posizione della tuberosità tibiale rispetto all’asse osseo;
4) grado della rotazione interna della tibia all’inizio della flessione;
5) profondità della troclea;
6) eventuali deformazioni del femore distale e della tibia prossimale;
7) ampiezza del movimento di flessione-estensione dell’articolazione della grassella.
TECNICHE CHIRURGICHE
Le tecniche del trattamento delle LMR riguardano sia gli elementi capsulo-legamentosi, sia gli elementi ossei dell’articolazione del ginocchio, e vengono classificate a seconda dell’obiettivo che cercano di raggiungere.
Gli studi retrospettivi riguardanti il trattamento delle LMR permettono di trarre alcune regole terapeutiche:
- in assenza di zoppia, le LMR di grado I non devono obbligatoriamente essere operate, ma è meglio tenere sotto controllo un eventuale aggravamento;
- le LMR di grado IV, presenti in animali adulti, sono associate a gravi lesioni; il trattamento da adottare è indaginoso e difficile e, nella maggior parte dei casi, non permette di raggiungere un risultato funzionale migliore di quello iniziale;
- in tutti gli altri casi, l’intervento chirurgico deve essere effettuato il più precocemente possibile: un animale che presenta una LMR di grado IV deve essere operato appena possibile, cioè appena l’anestesia e le tecniche scelte sono applicabili;
- l’analisi dei problemi funzionali e il loro trattamento deve permettere di evitare di applicare alla rotula eccessive costrizioni, che porterebbero a un eccesso di pressione sulla troclea, allo scopo di mantenerla nella sua posizione fisiologica;
in caso contrario, il risultato ottenuto non si mantiene nel tempo e questo insuccesso è accompagnato dalla comparsa o dall’aggravamento di lesioni degenerative di tipo artrosico.
PROGNOSI FUNZIONALE
Il trattamento chirurgico applicato in caso di LMR permette di ottenere buoni risultati nei gradi I, II e III; in caso di LMR di grado IV, con gravi deformazioni ossee e soprattutto con un accorciamento del muscolo quadricipite, la prognosi funzionale è più incerta, ed è tanto più favorevole quanto più l’intervento viene eseguito su un animale giovane. La percentuale di buoni risultati, in studi che associano controlli clinici e radiografici, va dal 50 al 100%.
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